1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nato a Como nel 1972, città nella quale ho vissuto fino al 1977. Poi per vent'anni dal 1977 al 1997 ho vissuto e studiato a Monfalcone in Friuli Venezia Giulia. Per altri vent'anni poi ho vissuto a Roma, dove nel 2007 ho ideato e fondato l’associazione Antropologia Terzo Millennio. Se dovessi individuare un elemento che ha segnato la mia storia e la mia scelta di scrivere, indicherei proprio la città di Como. Un luogo legato irrazionalmente alle ragioni seminali delle mie scelte etiche e narrative. Una città della quale non dimenticherò mai i colori e i nostalgici scenari liquido-eterici: Villa Olmo ed il suo monumentale albero dinnanzi alla quale sono nato, il Tempio Voltiano con il suo stile filo-palladiano, Monte Olimpino (Mundrumpin), il misterioso Lariosauro e la lieve collina che scendeva dinnanzi alla mia casa d’infanzia a Maslianico. Tutte reminiscenze che hanno avuto un ruolo nel corso della stesura del saggio filosofico “Cosmoempatia”. Como è una città satura di storia romana, il cui nome evoca per affinità semantica il kómos, personificazione demonica dei cortei dionisiaci; città che secondo gli storici antichi fu fondata dagli Orobi, misterioso popolo preromano di origine greca, citato da Plinio il Vecchio. Sulla fondazione di Como aleggiano anche intriganti leggende come quella secondo la quale, dopo la caduta di Troia, sarebbe stato il troiano Antenore a fondare sia Padova che Como… Una città che mi sento di definire “quantica”, come Roma e Buenos Aires.